6 giorni di ultra running intorno al Sognefjord, il fiordo più lungo del mondo
Sin all’infanzia sono stata affasciata dal Sognefjord. Ogni giorno mi svegliavo a casa mia, a Kyrkjebø, circondata dalle montagne e con il fiordo ai miei piedi. È un fatto che qui la natura influenzi la nostra vita, il nostro amore e la nostra gioia. Quando si fa vagare lo sguardo all’orizzonte ci si perde letteralmente nella bellezza del fiordo più lungo del mondo.
Quando da Skjolden si guarda verso est, si vede per prima la cima da 2000 metri del Jostedalsbreen, che si rispecchia nell’acqua azzurra del fiordo. Se invece si dirige lo sguardo a ovest si vede prima l’Hyllestad e poi la famosa montagna Lihesten.
Il Sognefjord e il Mare del Nord si incontrano a sud, e all’orizzonte si scorgono già le isole Faroe. In questi luoghi si viene completamnte travolti dalla bellezza della natura e da una sensazione di libertà.
La mia carriera di runner professionista
L’amore e la passione per le montagne mi danno la giusta motivazione. Credo che questo sia il motivo del mio successo come trail runner professionista in Norvegia. Quando si prende parte a competizioni internazionali è decisamente un vantaggio svegliarsi ogni mattina ai piedi delle maestose montagne del Sognejords.
La scorsa stagione sono arrivata terza alla Sky Running World Serie, ma quest’anno in giugno non volevo partecipare a competizioni, ma solo correre per me stessa. Volevo testare i miei limiti personali, e spingermi fino a una nuova eccellenza nella performance.
© Haakon Lundkvist
Progetto: Running Sognefjord
Ho corso tutto intorno al Sognefjord, cima compresa. Per evitare i turisti ho scelto i trail più ad alta quota, riuscendo così a godermi i panorami migliori sul fiordo. Il percorso originariamente pianificato era lungo in totale ca. 250 chilometri con 20.000 metri di dislivello, in soli 6 o 7 giorni. Ogni giorno prevedeva una nuova sfida:
Giorno 1: Skjolden – Gaupne, 37 km, 3.546 metri di dislivello
Giorno 2: Gaupne – Sogndal, 56 km, 3.200 metri di dislivello
Giorno 3: Sogndal – Balestrand, 52 km, 4.200 metri di dislivello
Giorno 4: Balestrand – Kyrkiebø, 53 km, 2.850 metri di dislivello
Giorno 5: Kyrkiebø – Leirvik, 60 km, 3.800 metri di dislivello
Giorno 6: Leirvik – Porten, 35 km, 2.001 metri di dislivello
Qualche tempo fa a mia madre è stata diagnosticata la sclerosi multipla. Solo grazie all’intervento tempestivo dei medici ora sta meglio, e la malattia è stata per ora fermata. Spesso durante il fine settimana ci immergiamo nella natura sul fiordo, le ha fatto scuramente bene!
© Havard Nesbo
Proprio in questo luogo mi è venuta l’idea per questo progetto: volevo correre lungo il fiordo più lungo del mondo, per tutti quelli che non possono correre e per mia madre. Con la mia corsa volevo esprimere la mia gioia per la sua rapida ripresa, nelle “mie” montagne, che rappresentano una parte tanto importante della mia vita.
Mi sono concentrata sugli impegnativi trail intorno al Sognefjord. Circa due terzi li ho percorsi su trail alpini e sentieri non battuti, il restante terzo attraverso boscaglia, superando detriti e zone paludose. La maggior parte delle distanze percorse ogni giorno era caratterizzata da ripide salite e discese. Per questo solo raramente riuscivo a correre seguendo un ritmo, nonostante le tappe si estendessero anche per 10 ore.
© Tiril Fossheim
303 chilometri – 20.850 metri di dislivello – 6 giorni
Anche se sprovvista di numero start, volevo correre veloce e leggera. È ciò che amo di più del trail running: ci si sente veloci, forti e leggeri. Solo l’attrezzatura necessaria, la natura e io, nient’altro!
Quando ci si muove da soli, in alta montagna, è opportno avere un certo rispetto per la natura. Se succede qualcosa non c’è nessuno nelle vicinanze che ti può aiutare. Per questo è essenziale essere prudenti e lungimiranti. Anche l’attrezzatura dà il suo contributo: deve essere leggera ma affidabile. Per il materiale non deve essere un problema attraversare per ore terreni impervi e attraversare boscaglia. Inoltre le scarpe devono avere una tenuta perfetta, per non scivolare su fango o pietre. Ci vuole poi uno zaino che non intralci la corsa e sia ugulamente abbastana capiente da contenere ciò che serve ogni giorno, come provviste, bevande, vestiti e GPS.
Non serve tanto per divertirsi in mezzo alla natura, ma il poco che serve deve essere di prima qualità e calzare alla perfezione.
© Tiril Fossheim